sabato 29 novembre 2014

Il cioccolato, a Bologna

Immagine presa da Google


Il cioccolato lo sappiamo che fa bene. Lo sappiamo dalla prima volta che l’abbiamo assaggiato. E non ci servono le dichiarazioni degli esperti e nemmeno gli eventi stellati per convincerci a mangiarlo.

A Bologna non è mai mancata la tradizione nell’arte della cioccolata. Uno dei produttori italiani storici di cioccolato artigianale, infatti, ha la sue origini proprio qui, nel capoluogo emiliano: risale addirittura al 1796 la fondazione del “Laboratorio delle Cose Dolci” di Teresa Majani, che dai pressi della Basilica di San Petronio si trasferì, nel 1830, in quello che venne battezzato proprio “Palazzo Majani”, in via dei Carbonesi. Ma – e lo racconta la stessa azienda bolognese – dove andò il signor Majani a metà del XIX secolo per procurarsi i macchinari più innovativi per la lavorazione del cioccolato? A Torino, che già da decenni vantava un ruolo di primo piano nella preparazione delle delizie a base di cacao.

E allora ispiriamoci proprio alla città piemontese, e alle sue inarrivabili creazioni a base di cioccolato e nocciole delle Langhe – gianduiotti e cremini in testa, ovviamente. Il cremino resta per me qualcosa di indissolubilmente legato all’infanzia, l’ultimo acquisto davanti alla cassa del fornaio, il premio agognato concesso dalla mamma, l’esplosione di gusto dolce, cremoso, che si spargeva in tutta la bocca e sul palato, che mi premiava se finivo tutta la merenda (a base di yogurt e frutta, “che fa bene”). E sempre nella merenda dell’infanzia, un’altra immagine possibile era, ovviamente, il pane con la Nutella. Anche se devo ammetterlo, non era la stessa cosa.

Eppure la crema al cioccolato spalmabile resta una di quelle esperienze difficili da spiegare, per quello che succede nella bocca quando ce ne infiliamo un cucchiaio – o meglio ancora, quando la lecchiamo dalle dita, nella trasgressione più bella del “non mangiare con le mani!” che ci impongono da sempre. E a proposito di crema al cioccolato, c’è da dire che oggi ce n’è davvero dei tipi più diversi. Gli appassionati certo non resteranno delusi, ad esempio, dalla produzione di Venchi, uno dei marchi storici del cioccolato torinese, che ha anche un suo presidio qui a Bologna, in via Orefici. Alcuni esempi? Crema cacao e nocciole, crema cubana al rum, crema di marrons glaces (quei marrons glaces che non possono mancare mai nelle vetrine dei caffè e delle pasticcerie storiche di Torino). Probabilmente chi non ama i marchi che si diffondono a macchia d’olio nelle città, replicando se stessi all’infinito, storcerà il naso di fronte alla Cioccogelateria Venchi, che ormai è presente in diversi centri urbani (e non solo in Italia). Ma la tradizione in questo caso, bisogna dirlo, è autentica, e il cioccolato lo sanno fare.


Pina Castaldi


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