mercoledì 21 gennaio 2015

Le vecchiarelle // pizza fritta

Wow, partire e tornare è veramente faticosissimo. E dire che le mie partenze non sono così frequenti, però è sempre destabilizzante. Ho avuto qualche giorno pre e post partenza un po' così.. tra la preparazione delle valigie, tra la ricerca disperata di ingredienti da salire che riesco a reperire solo giù, tra lo studio matto e disperato e poi l'esame, il blog è stato - purtroppo - l'ultimo dei miei pensieri.
E anche una volta qui il tempo è volato, tanto che è dovuta passare una settimana piena prima di riprendere in mano un po' tutto, tra cui anche il mio spazio virtuale.
E voglio ritornare in grande, con una ricetta semplicissima, ma alla quale io sono super legata, perché mi ricorda mia nonna, e poi perché ho una passione smodata per tutto ciò che è fritto e particolarmente per queste...
Le vecchiarelle, così le chiamava appunto mia nonna, non sono altro che le -meglio conosciute- pizzette fritte.



Sono di una estrema povertà, e sono fatte con la pasta del pane/pizza in eccesso che talvolta veniva infornata a mò di panino, che in forno poi si "soffiava" all'interno e veniva farcito, oppure veniva fritta e mangiata così.

Una goduria.



La ricetta è semplice: fate un impasto per la pizza o per il pane, che sia il più semplice possibile. Fate l'impasto che più preferite, seguite la ricetta abituale, non importa.
Preparate l'olio per friggere e sul momento ricavate dei pezzi di impasto che o col matterello, o con le mani dovremo far diventare molto sottili.
Non appena l'olio sarà caldo friggere la pasta fino a doratura da entrambi i lati e far scolare su carta assorbente. Io di solito non le salo mai perché l'impasto contiene già sale all'interno, ma nulla vieta che possano essere salate al termine della frittura, o anche cosparse di zucchero e nutella :D

Io le presento in versione salata, per cui al termine della frittura le condisco, come fossero pizzette, con sugo, parmigiano e basilico.
Fatene un migliaio e mangiatele caldissime.

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venerdì 9 gennaio 2015

Zuppetta di verdura selvatica


Questa ricetta è tipica della mia famiglia, anzi, è una ricetta che prima di qualche tempo fa solo mia nonna poteva fare.
E' una zuppetta molto semplice, ma fatta con i diversi germogli della minestra selvatica, difficilissimi da reperire nei supermercati e difficili anche da individuare nelle campagne senza un minimo di esperienza.
E qui entra in gioco la mia abilissima nonna, lei non aveva difficoltà a distinguere la verdura selvatica essendo stata per tanti anni una contadina e impiegava un'intera giornata per pulirla, lavarla e lessarla, e oggigiorno sono i miei genitori che continuano su questa strada, indottrinati dal suo sapere, sono loro che portando avanti le tradizioni.
La minestra selvatica è la mia preferita tra tutte le tipologie di verdure. Non è amara, non ha un odore sgradevole ed è molto molto saporita. Così, quando mio padre dalla sua campagna ne ha raccolto una cesta piena, con mia mamma abbiamo subito pensato di prepararla in questo modo:
Facendo soffriggere in una pentola l'olio con della cipolla, uno spicchio d'aglio e un peperoncino.
Aggiungendovi una patata e una carota tagliate a cubetti e aiutandone la cottura con un mestolino di acqua. Dopodiché abbiamo aggiunto la minestra lessata e dei fagioli bianchi precedentemente cotti, abbiamo fatto insaporire bene senza farla asciugare troppo, infine abbiamo aggiustato con del sale e un giro di olio crudo e servito con del pane bruscato.

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